Da dove ha avuto inizio il nostro viaggio

Abbiamo cominciato nel 1996 unendo prima tre, poi quattro siti web individuali che avevano per tema Tolkien e le sue opere: erano le nostre testimonianze di quanto ritenessimo belli e significativi gli scritti di questo inconsueto, ma assai apprezzato, autore inglese. Nel 2000 questa unione ha cambiato forma e nome divenendo Eldalië, un sito web unitario con un intento più ambizioso: da creatura dei suoi fondatori, abbiamo voluto farlo diventare un ambiente in cui poter condividere le suggestioni e le atmosfere degli scritti sulla Terra di Mezzo con tutti gli amici che avessero voluto unirsi e ritrovarsi qui, ricreando idealmente un angolo di quel mondo da popolare e vivere quotidianamente. Eldalië, da quel momento, non è più stato solo il nome di un sito: era diventato un Popolo, prima solo virtuale, poi con i primi incontri e raduni è diventato un gruppo nella vita reale. E questa è, e sempre sarà, la sua dimora.

Presentazione – Aurë entuluva!

Il 10 marzo 2021 è una data che resterà impressa nelle nostre memorie, seppure non per i motivi che avremmo voluto. Un pezzo di noi è andato perduto per sempre. Ma il viaggio prosegue! [Alla pagina]

Chi e cos’è Eldalië

La classica nota che racconta “chi siamo e cosa facciamo”, una precisazione necessaria per dare modo di conoscerci e presentare quello che vogliamo fare: progetti, iniziative e il modo per restare in contatto. [Alla pagina]

Panoramica del sito web

Per ragioni di spazio non potevamo mettere nella pagina iniziale tutto ciò che ospitiamo sul sito: abbiamo dovuto mettere il sommario dei contenuti a parte! [Alla pagina]

Perché leggere Tolkien

Ci sono tanti buoni motivi per darsi alla lettura delle opere del Professore, dal legame con la cultura mediterranea al valore intrinseco dei testi stessi. [Alla pagina]

I nostri obiettivi

Crediamo che la lettura e la condivisione dei temi proposti nelle opere possa avviare una riflessione ampia sui valori che esse veicolano nel vivere quotidiano. [Alla pagina]

Sulla cima di Tùna venne costruita la città degli Elfi, le mura e i contrafforti candidi di Tirion; e la più alta delle sue torri era la Torre di Ingwë, Mindon Eldaliëva, il cui faro d’argento brillava da lungi tra le brume del mare. Poche sono le navi di Uomini mortali dalle quali se ne sia scorto l’esile raggio. In Tirion su Tùna i Vanyar e i Noldor a lungo vissero in pace. E poiché di tutte le cose di Valinor amavano soprattutto l’Albero Bianco, Yavanna ne costruì per loro uno che era come un’immagine ridotta di Telperion, salvo che non dava luce propria; Galathilion, così fu detto in lingua Sindarin. L’albero venne piantato negli spiazzi sotto la Mindon Eldaliëva, e ivi fiorì e i suoi polloni erano numerosi in Eldamar. Uno di questi fu in seguito trapiantato in Tol Eressëa, dove prosperò e fu chiamato Celeborn; da qui venne, nella pienezza dei tempi, come si narra altrove, Nimloth, l’Albero Bianco di Nùmenor.

(J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion, a cura di C. Tolkien; Quenta Silmarillion: Eldamar e i principi degli Eldalië, trad. di F. Saba Sardi, Rusconi, Milano, 1978)